di Marisa Paschero
Nel suo lavoro sui tipi psicologici Jung definì l’Intuizione “funzione irrazionale”, perché, come la sua antagonista Sensazione, non si esprime per mezzo di un giudizio.
Infatti l’Intuizione equivale alla comprensione istintiva: è la percezione che nasce dall’inconscio, la conoscenza spontanea che non necessita di filtro logico, ma permette di intravedere possibilità nascoste dietro le cose, le persone, gli eventi: per Spinoza “la forma suprema di conoscenza”.
Il dono dell’Intuizione può rivolgersi all’ascolto, alla scoperta e alla decifrazione delle immagini interiori: avremo allora gli introspettivi puri, gli “intuitivi introversi”, i ricercatori dell’inconscio, gli psicologi, i mistici, i poeti, gli artisti, i terapeuti “naturali” che sembrano “sentire” immediatamente il nucleo di un problema.
La loro scrittura è irregolare, rapida, instabile, animata da una vibrazione continua, con grandi spazi bianchi dove le parole fluttuano leggere e come isolate, danzanti sul rigo di base. Le forme delle lettere appaiono imprecise e poco strutturate, con grandi disuguaglianze nei collegamenti.
Per gli intuitivi introversi l’unità di misura è la loro soggettività: su questa si basano per conoscere il mondo, con l’inevitabile rischio di nutrirsi unicamente di visioni e di fantasticherie, di isolarsi dalla realtà, di smarrirsi nelle dimensioni interiori, da veri creativi incompresi votati all’immateriale.
Ma la luce dell’Intuizione può anche indirizzarsi all’esterno, come un faro che illumina un’idea valorizzandone all’improvviso le linee, e avremo allora i creativi realizzati, gli “intuitivi estroversi”, i virtuosi della percezione globale, gli immaginativi curiosi di tutto, gli innovatori che vedono lontano e sentono il presente come una limitazione, gli iniziatori spesso originali, che, con l’aiuto di un po’ di applicazione e di perseveranza, possono davvero dare forma alla loro creatività e non limitarsi a spargere ricchezze che altri raccoglieranno.
Spesso nella loro scrittura compaiono “gesti tipo” caratteristici: tratti slanciati simili a piccole antenne che si espandono in direzioni diverse, a captare simbolicamente ogni messaggio.
Dal punto di vista della Grafologia Planetaria l’apporto di Urano si rivela molto importante: il pianeta simbolo per eccellenza dell’intuizione creativa segna fortemente la scrittura con la sua intensità, connotando personalità affascinanti che, uscendo dai sentieri battuti, percorrono cammini espressivi del tutto originali.
In questi casi la motivazione profonda può essere rappresentata da quello che Gaston Bachelard aveva definito il “complesso di Prometeo”, descrivendolo come il compendio di “tutte quelle forze che ci spingono a conoscere quanto i nostri padri e più dei nostri padri, quanto i nostri maestri e più dei nostri maestri”.
La “disobbedienza” di Prometeo, il suo trasgredire la gerarchia e l’ordine codificato, lo sfidare il potere per potersene affrancare, rappresentano il tentativo di superare i propri limiti attraverso la conoscenza, l’innovazione, la creatività come provocazione estrema.
per approfondire :
capitolo 5 di
“GRAFOLOGIA e GRAFOTERAPIA. Comprendere e migliorare se stessi attraverso la scrittura”
Ed. Mediterranee, Roma, 2013.
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