Di: Redazione SPAZIO FATATO · 25 Marzo 2018
Cinque domande e un questionario per Marisa Paschero, autrice di libri di grafologia, tra cui “Grafologia e Grafoterapia” e “Lo scarabocchio”.
LE DOMANDE
A – Qualcosa su di te e sui tuoi esordi di scrittrice.
Sono una grafologa: sono attratta da ogni segno, da ogni traccia, da ogni forma espressiva che prende vita sulla carta. E penso davvero che un foglio bianco simboleggi un mondo : il nostro mondo, uno spazio vuoto su cui, scrivendo, proiettiamo noi stessi. Tutto “parla” nell’atto di scrivere : il fluire delle parole sul rigo, la firma con i suoi paraffi, la punteggiatura, lo spessore del tratto, la pressione della mano, l’aspetto delle lettere, il modo in cui vengono tracciati i numeri… persino le pause e gli spazi bianchi assumono un preciso significato. A questo sconfinato universo espressivo mi sono avvicinata con curiosità, poi con attenzione sempre crescente, fino a farlo diventare il “mio” universo: ho iniziato un viaggio che dura ormai da molti anni, durante il quale ho incontrato e continuo ad incontrare tante vite e tante persone attaverso la loro scrittura, nella consapevolezza che non esiste una grafia uguale a un’altra, che la “magia” del tracciato consiste nell’essere sempre e comunque un gesto creativo, anche a nostra insaputa, e che questo è il grande fascino che la scrittura esercita su chi la studia, la osserva e la ama.
B – Come ti è venuta l’idea di scrivere questo libro e di che cosa parla.
Non è soltanto la scrittura estesa ad attirare l’attenzione del grafologo, ma qualunque traccia, sia pure minima : quindi anche tutta quella gestualità automatica che molti di noi ripetono più o meno distrattamente, magari quando sono sovrappensiero, producendo quei tratti liberi e imprecisi, o quei piccoli disegni appena abbozzati che prendono il nome di “scarabocchi”. E proprio perchè si tratta di un’attività spontanea, che non è prevedibile e che non obbedisce ad alcuna norma organizzata, ma riproduce dei simboli che provengono direttamente dal nostro inconscio, senza alcuna mediazione né filtro “logico”, lo scarabocchio ci rappresenta e parla di noi. Naturalmente “parla” a modo suo e con il suo particolare linguaggio : complesso, ambiguo, difficile, legato all’emozione del momento … una specie di “codice segreto” che ricorda moltissimo il linguaggio dei sogni. Nel mio libro, intitolato appunto Lo scarabocchio, ho cercato di decifrare i messaggi di questo linguaggio, affidandomi al significato dei simboli che ciascuno di noi inconsapevolmente predilige e proietta sulla carta.
C – Come vivi il tuo rapporto con la scrittura.
Non saprei scrivere romanzi, né racconti, né poesie : quando scrivo posso scrivere soltanto… di scrittura. Per me ogni grafia fluisce, danza e risuona come una musica; conserva le nostre memorie, anche quelle più remote; contiene i “segni” delle energie vitali con cui siamo maggiormente in sintonia : è il legame più profondo che possiamo avere con noi stessi.
D – Scrittori preferiti o ai quali ti ispiri.
I miei maestri sono i grafologi “simbolisti”, come Max Pulver, Ania Teillard e Lise Koechlin. E’ grazie a loro che, attorno agli anni ’30 del secolo scorso, la Grafologia tradizionale ha vissuto uno straordinario rinnovamento, aprendosi alle suggestioni della Psicologia del profondo e associando l’analisi della scrittura agli archetipi che appartengono al patrimonio simbolico universale.
E – Progetti per il futuro.
Nel mio primo libro, Grafologia e Grafoterapia, ho cercato di condurre il lettore ad una sperimentazione personale dello strumento grafologico, costruendo anche delle schede su cui fare delle esercitazioni pratiche. Con Lo scarabocchio ho voluto utilizzare un linguaggio diverso, lasciandomi guidare unicamente dall’immediatezza della traccia. Ora il mio cammino nel mondo dei simboli procede: nella scrittura ritrovo il gioco sottile dei 4 Principi Primi, l’Aria, l’Acqua, la Terra e il Fuoco, e le energie dei Pianeti con i loro glifi suggestivi. Riconoscere i “segni” grafici di queste forze primordiali, così vive e presenti in noi, e imparare a dialogare con loro, alla ricerca di un maggiore equilibrio e benessere, è lo studio a cui mi sto dedicando e l’argomento del mio prossimo lavoro.
IL QUESTIONARIO
1) Marisa in tre aggettivi.
Individualista, perfezionista, garbata.
2) Il mio peggior difetto.
Ritmi personali che mi impediscono di lavorare in équipe.
3) La mia dote migliore.
Il mio segno zodiacale.
4) Le qualità che preferisco in un uomo.
Una bella voce: si fa ascoltare, ti coinvolge, ti affascina, ti incanta… irrinunciabile!
5) Le qualità che preferisco in una donna.
La capacità di ascoltare, l’autoironia, un rapporto sereno con il tempo che passa…
6) Quello che apprezzo di più nei miei amici.
La determinazione, l’ottimismo, il senso dell’umorismo… e, soprattutto, un bel sorriso!
7) Quello che non sopporto nei nemici.
In realtà non so se ho veramente dei nemici… dove sono? Devo essermeli persi lungo la strada…
8) Cosa sognavo di fare da grande.
Che domande … la principessa!!!
9) Il dono di natura che vorrei avere.
Una bella energia vitale.
10) La mia decisione sbagliata che correggerei, se potessi.
Avere smesso danza classica.
11) La cosa più pazzesca che ho fatto.
Cercare di imparare l’arabo! Un’avventura!
12) Il capriccio che non mi sono mai tolta.
Studiare musica.
13) Cosa sarei capace di fare per sostenere quello in cui credo.
Quello che faccio ogni giorno, vincere la mia naturale pigrizia… almeno spero….
14) Che cosa cambierei negli altri se avessi la bacchetta magica.
La tristezza sui loro visi, i segni della stanchezza che appesantiscono lo sguardo, l’incertezza del futuro che spegne l’entusiasmo, la malinconia…
15) Che cosa cambierei in me se avessi la bacchetta magica.
Vorrei alleggerire un pochino la mia indole saturnina…
16) Il paese dove vorrei vivere.
Il mio! L’Italia è un paese meraviglioso.
17) Il colore che preferisco.
Amo tutti i colori, ma finisco per scegliere sempre il nero…
18) L’animale che preferisco.
Il cane: ho sempre accanto a me il mio cane! Ma mi piace tantissimo il musetto del bradipo e la sua espressione mi riempie di tenerezza……
19) L’animale che vorrei essere.
Una civetta : solitaria, notturna, indipendente, gentile … elegante nel suo volo silenzioso, libera nel suo elemento naturale, l’aria.
20) Il mio passatempo preferito.
Vagabondare … e poi vagabondare…
21) Cinque libri da portare su di un’isola deserta.
L’idiota, Il piccolo principe, Il labirinto oscuro, L’anima e la scrittura, Uno, nessuno, centomila.
22) I peccati che mi ispirano maggiore indulgenza.
Senz’altro i peccati di gola.
23) I peccati che non riesco a perdonare.
Perdere tempo in discussioni inutili.
24) Il mio motto.
“Sempre qualcosa di bello da guardare, anche solo una margherita in un bicchiere.“
25) Come vorrei morire.
Dolcissimamente…. e poi tornare a vagabondare ancora, nell’aria.
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